PHILIPPE STARCK
il Dio del design

PHILIPPE STARCK
il Dio del design

Ragionamenti e concetti espressi dal designer 71 enne francese .

mondiniarredamenti.it

Detesto il lusso.

“Non farei mai nulla che possa essere considerato tale”.

L’esordio di Philippe Starck riassume il suo credo, la sua filosofia.

“Mi considero un designer funzionalista post freudiano, pur avendo sempre voluto realizzare idee divertenti, non ho mai pensato che potessero essere fini a se stesse”.

La funzione di un prodotto può e deve essere molteplice, quasi universale, perché ogni oggetto contiene una visione, un’etica, una sua capacità di rispondere a diverse necessità.

Ho calcolato di lavorare in media di 12 ore di lavoro quotidiano e una dozzina di nuovi prodotti concepiti ogni giorno, mi considero fortunato perché sono sempre impegnato a elaborare nuove idee, per esempio, ho appena ultimato, su commissione privata, la più grande barca della storia dell’umanità.

E questo non lo considera lusso?


Chiede giustamente il giornalista Andrea Guolo di Pambianco Design.

Preferisco definirlo un “laboratorio di nuove tecnologie”.

È, se vogliamo, il lusso moderno, non quello tradizionale. Quando ho disegnato lo yacht di Steve Jobs, l’obiettivo non era realizzare un’imbarcazione “ricca” ma inserire in ambito navale delle tecnologie inedite.

È chiaro che questo tipo di progettazione finisce per essere incredibilmente costosa, ma non può essere considerata “ricerca del lusso”.

È, semplicemente, “vera ricerca”, la stessa che ho applicato quando mi sono dedicato agli apparecchi medicali, o alle scarpe realizzate con Ipanema.

designmag.it

Secondo il designer occorrono nuovi concept d’impatto sociale, sentimentale ed economico.

Il bel design c’è ovunque, ma viene proposto a prezzi perlopiù inaccessibili.

Quell’approccio deve essere resettato.

magazinemastella.com

C’è un problema di natura politica: la progettualità va sviluppata guardando alla giusta posizione sociale e secondo me questo oggi non avviene.
L’industria però è in fase di cambiamento, e la svolta sta avvenendo proprio ora, con il passaggio di mano di alcune aziende e con l’ingresso dei fondi di investimento nel loro capitale.
È un passaggio strutturale.

alessi.com

L’ingresso della finanza nel settore del mobile, come ogni cosa, comporta aspetti positivi e aspetti negativi.

Le famiglie che hanno gestito finora le aziende hanno espresso persone fantastiche, perché nessuno potrà mai sostituire Claudio Luti o Piero Gandini o Enrico Astori, ma occorrono altre dimensioni.

L’industria dell’arredamento è davvero troppo piccola per gestire la richiesta del mercato, perché ora ci sono miliardi di persone da servire.

Dovrà crescere.

magazinedesign.com
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